Farro è il nome comune con cui vengono chiamati i “frumenti vestiti”, nei quali, dopo la trebbiatura, il seme risulta ancora ricoperto dalle glumelle; queste ultime devono essere eliminate con un successivo intervento detto “decorticatura” o “sbramatura”, prima di passare ad ulteriori lavorazioni. La porzione edibile del cereale è quella che cresce all’interno delle glumelle, che proteggono il chicco dagli agenti atmosferici e dalla contaminazione dei pesticidi.
Il farro più antico, più di 10.000 anni di storia, è il Farro Monococcum (o Farro Piccolo, o Enkir), più comunemente chiamato Gonococco. E’ una specie diploide, cioè a sole 2 ariste, anzichè 5 o più come i frumenti moderni. Ed è per questo che possiamo, senza dubbio, definirlo “il padre di tutti i frumenti”.
Il Farro Monococcum rappresenta un vero e proprio “multivitaminico”, in quanto contiene da 5 a 8 volte in più di fosforo, potassio, piridossina e betacarotene, un elevato contenuto proteico e di qualità e un basso tenore di glutine (intorno al 7%).
Si presenta di colore giallo intenso con un sapore di essenze aromatiche inconfondibili.
Si stima da alcuni test effettuati, ma ancora non riconosciuti, che il cereale più antico della terra possa essere assunto da chi ha patologie come la celiachia.
Dopo un’attenta ricerca e studio sulle macchine necessarie alla realizzazione di un mulino moderno ma attento alla salvaguardia delle caratteristiche organolettiche dei prodotti lavorati, dopo aver girato tutta l’Italia da nord a sud , conosciuto pionieri della farina e maestri mugnai, Gloria e Francesco selezionano due macchine per la pulitura della semente (con crivelli verticali e cilindri alveolati) e un mulino a pietra modello austriaco alimentati per lo più dai loro pannelli solari.
Il farro monococco, dal punto di vista nutrizionale, si differenzia dal frumento tenero o da quello duro per l’alto contenuto di grassi, fosforo, potassio e betacarotene; tutti hanno un ruolo rilevante nelle funzioni cellulari e sono efficienti agenti antiossidanti.